Edizione 2022

10° edizione del premio Antonio Russo

Dopo 10 anni di sospensione per cause organizzative, sulla spinta che arriva dal mondo giornalistico oltre  che dalla stessa comunità francavillese, amplificata sicuramente dall’attuale drammatico conflitto in Ucraina e dai diversi focolai nel mondo, la Fondazione Antonio Russo intende promuovere la 10° edizione del Premio Nazionale sul Reportage di Guerra, dedicata alla memoria del reporter abruzzese, Antonio Russo, ucciso in Cecenia il 16 ottobre del 2000 e, così, far ripartire l’evento con cadenza annuale.

Il Premio, istituito per volontà di Beatrice Russo, madre del giornalista scomparso, ha la dichiarata finalità di raccogliere l’eredità di pensiero e di azione del reporter, promuovendo iniziative volte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul duplice problema del ruolo dell’informazione nei teatri di guerra e della tutela dei diritti umani nei territori colpiti dai conflitti.

La 10° edizione del Premio Giornalistico Nazionale sul Reportage di Guerra si terrà il 29 ottobre nella splendida cornice del Palazzo Sirena di Francavilla al Mare (CH), in Abruzzo. La direzione artistica dell’evento è a cura di Peppe Millanta.

Il 2022 è un anno che purtroppo passerà alla storia per il conflitto russo-ucraino. Molti i giornalisti che hanno coperto l’Ucraina, Paese di scontro bellico, e raccontato questo evento di portata epocale. Ecco perché è importante tornare a parlare di informazione nei teatri di guerra e del ruolo dei media e dei reporter in questo contesto. Per quest’anno sono cinque le sezioni all’attenzione di una giuria dedicata: carta stampata, televisione, fotografia, podcast e memoria.

Saranno presenti colleghi di caratura nazionale che ripercorreranno e commenteranno la vita di Antonio Russo, facendo il punto sull’evoluzione della professione del giornalista di guerra. Inoltre, l’evento intende ospitare un incontro con le scuole. Di seguito la bozza di programma. Come per le precedenti edizioni, i premi per i giornalisti saranno realizzati del maestro orafo abruzzese Italo Lupo, che si ispira all’opera dell’artista Pablo Picasso “Guernica”. L’organizzazione del Premio è a cura dell’agenzia di comunicazione Mirus.

Premiati

ALFREDO BOSCO
FOTOREPORTER FREELANCE

Motivazione:
“Alfredo Bosco è un giovane fotografo che lavora con una professionalità rara. Si è occupato di Donbass nei momenti in cui nessuno riteneva quel conflitto degno di attenzione. Ha continuato a farlo anche quando era difficile, da freelance, pubblicare i suoi lavori, dimostrando così di non voler mai seguire i flussi e riflussi del mondo dell’informazione. In più di un’occasione ha affrontato con calma e lucidità le situazioni difficili e pericolose senza cedere a facili protagonismi. E’ stato in grado di lavorare con diversi linguaggi, senza abbassare il livello di qualità e, soprattutto, sempre verificando quello che avrebbe poi detto, fotografato, scritto. Schivo e poco incline alle spettacolarizzazioni, fa parte di quelle persone a cui non importa di lavorare nell’ombra per anni ma che danno un contributo fondamentale alla ricerca della verità e al mantenimento dell’etica giornalistica.
Ha sempre scelto la collaborazione con i colleghi mettendo da parte la necessità di arrivare prima e cercare esclusive”.

NICO PIRO
GIORNALISTA DI RAI3

Motivazione:
“Nico Piro è l’incrocio tra la migliore tradizione degli inviati di guerra e la Terza rete Rai e il new journalism. Dal passato ha ereditato una scelta – dare voce a chi non ha voce – e un modo di lavorare: andare sui posti, accanto alla notizia, e mescolarsi con gli ultimi.
Dalle nuove tecnologie ha preso il linguaggio, la mobilità, la versatilità tra i documentari, il blog, i libri. Non è uno da mordi e fuggi: ha seguito i profughi dall’Afghanistan – sua grande passione – fino in Grecia. Ma non è neppure, come si sarebbe detto una volta, un terzomondista, catturato per sempre e solo dalle periferie del mondo: ha seguito con acume le presidenziali americane nelle pieghe più profonde. Il suo ultimo libro sin dal titolo. Specie di questi tempi, è la confessione orgogliosa di un’eresia: “Maledetti pacifisti”.

JACOPO OTTENGA
GIORNALISTA FREELANCE

Motivazione:
“Entusiasmo, impegno e dedizione caratterizzano il puntuale e appassionato lavoro di Jacopo Ottenga nel podcast-inchiesta “La congiura del silenzio” per Rai Play Sound, dove scandaglia il caso Antonio Russo. Ottenga riannoda i fili delle inchieste giudiziarie che sono state aperte a seguito dell’omicidio del reporter. Evidenzia quelle che sono state le lacune, le incongruenze e i depistaggi. Mesi e mesi – in piena pandemia – di lavoro intenso, di raccolta materiali di archivio, in cui Ottenga ha spulciato le carte, raccolto interviste e curato ogni dettaglio. Il giovane giornalista francavillese, che da bambino fu tanto colpito dalla morte di Antonio Russo, ha dimostrato profondità di analisi e grande trasversalità passando dalla carta stampata al podcasting, realizzando persino le musiche”.

FRANCESCO SEMPRINI
LA STAMPA

Motivazione:
“Il reportage di guerra nel sangue dall’Afghanistan con i soldati americani alla battaglia per liberare Sirte dalle bandiere nere fra attacchi suicidi e combattimenti senza pietà fino alla fuga. Francesco Semprini, inviato della Stampa, racconta il lato disumano della guerra, ma non ha mai perso di vista quello umano degli afghani abbandonati a se stessi, dei miliziani libici in prima linea con gli orsacchiotti dei figli come portafortuna, dei profughi in fuga di Mosul davanti ai tagliagole del Califfo, dei dannati del Donbass costretti a vivere nelle catacombe moderne per proteggersi dalle bombe. E lo ha dimostrato nei lunghi reportage in Ucraina, dove, più di una volta, si è fatto amico la paura con schegge e colpi di artiglieria caduti troppo vicini. In zona di guerra mantiene sempre quello spirito romanesco che allenta la tensione, ma dall’ 11 settembre vive e lavora a New York come corrispondente. “Fra’”, per gli amici, non fa parte del coro, come Antonio Russo”.

ANDY ROCCHELLI
FOTOREPORTER FREELANCE

Motivazione:
“Aveva sempre sostenuto la necessità di essere presente nei luoghi in cui si combatteva, di non arrendersi mai alle tesi di comodo, di accertare di persona quello che accadeva per vedere, fotografare, documentare tutto ciò che era possibile: la pericolosità delle armi, l’asprezza della guerra, la sofferenza delle popolazioni civili. E questa sua regola, la tenace ricerca della verità, Andrea (Andy) Rocchelli, poco più che trentenne, di Pavia, fotoreporter freelance, l’aveva sempre fortemente perseguita, in zone di pesanti violazioni dei diritti umani sia all’estero durante le primavere arabe, in Libia, in Tunisia, in Inguscezia o Kirghizistan, sia in Italia. La regola era che il suo lavoro dovesse essere anzitutto un servizio alla collettività. E quel giorno, il 24 maggio di otto anni fa, durante il primo conflitto fra ucraini e russi, col suo collega fidatissimo Andrej Mironov, un giornalista e attivista per i diritti umani, e William Roguelon, altro collega francese, aveva raggiunto nei pressi di Sloviansk, nel Donbass, una postazione da dove poteva documentare il fuoco incrociato tra le due fazioni.
Qualcuno, dalla parte ucraina, notò i 3 civili, incluso Andy, che si erano sistemati in prossimità della ferrovia, un luogo da loro spesso frequentato. All’arrivo non erano in corso attacchi, i 3 erano peraltro in abiti civili “occidentali”, non erano armati e non mostravano atteggiamenti aggressivi; sono arrivati in taxi con scritta ben visibile.

Non potevano dunque passare per attentatori. I reporter sono rimasti circa 5 minuti sul luogo prima che fossero oggetto dei primi spari di fucile e/o mitragliatrice. Rocchelli e Mironov persero la vita, il francese fu gravemente ferito. Il fuoco durò circa 40 minuti, (le foto scattate da Andy Rocchelli ne testimoniano alcuni momenti) con l’utilizzo di 3, forse 4 armi diverse (quella mortale per il fotoreporter italiano fu un mortaio ucraino). Nessuno doveva uscirne vivo. Fu un attacco molto determinato e coordinato con vari attori e responsabili tra cui il miliziano Markiv, un “osservatore”, non il responsabile ma una figura coinvolta e condannata in assise per omicidio in concorso con ignoti. Gli altri responsabili tuttavia sono stati individuati ma rimangono tutt’ora impuniti. Andrea Rocchelli ha perso la vita solo per aver fatto bene il suo mestiere: un giornalista libero, coraggioso ma non sprovveduto. Nonostante questo è caduto vittima di chi ha voluto porre fine al suo impegno nelle inchieste contro la corruzione e le violazioni dei diritti umani. Come è accaduto per Antonio Russo e a tanti altri come loro, per i quali giustizia non è ancora compiuta”.

Programma

Palazzo Sirena

Francavilla al Mare

Antonio Russo, storia di un reporter di guerra

Jacopo Ottenga – Rai Play Sound
Francesco Semprini – La Stampa

Modera: Paolo Di Giannantonio – Giornalista televisivo

Stefano Pallotta – Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo
Simone Gambacorta – Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo

Modera: Evelina Frisa – Giornalista

Jacopo Ottenga – Rai Play Sound

Modera: Evelina Frisa – Giornalista

Proiezione videointerviste ad Antonio Russo

Saluti della giuria

Alessio Falconio – Direttore Radio Radicale

Presenta:
Paolo Di Giannantonio – Giornalista televisivo

Intervento musicale:
Setak, cantautore

Reading:
Lorenza Sorino, attrice – Lettera di una madre, Beatrice Russo

Regolamento

  1. Il Premio prende il nome da Antonio Russo, giornalista free lance ucciso in Georgia il 16 ottobre 2000.

     

  2. Le finalità sono quelle di tenere viva la memoria del giovane giornalista e di premiare, ogni anno, quegli operatori dell’informazione che si sono particolarmente distinti per la loro attività nei territori di guerra o per il contributo di verità dei loro servizi giornalistici.

     

  3. All’organizzazione del Premio presiede la stessa Fondazione Russo che nomina una giuria preposta alla scelta dei vincitori. La giuria è composta da giornalisti e reporter professionisti.

     

  4. Il premio è riservato a servizi e inchieste giornalistiche che trattino temi relativi  a cronache di guerra e alla tutela dei diritti umani nel mondo.

     

  5. Sono previste le sezioni: carta stampata, tv, radio,  fotografia, memoria.

     

  6. Tutti i materiali dovranno essere inviati a: info@premioantoniorusso.itSegreteria Organizzativa Premio Antonio Russo, c/o agenzia Mirus, via delle Caserme 85 65125 Pescara.

     

  7. I servizi e gli articoli dovranno indicare la sezione relativa e dovranno essere corredati da una breve biografia dell’autore e da una sinossi del contenuto. Potranno partecipare anche servizi presentati non direttamente da un autore, ma dalle redazioni.

     

  8. I premi saranno attribuiti secondo l’insindacabile giudizio della Giuria e tutte le opere pervenute non verranno restituite e verranno conservate nell’archivio del Premio Russo.

  9. I video contenuti presso l’archivio potranno essere proiettati e montati in miscellanee con scopi didattici, seminariali, convegnistici e di studio.

10° Premio Giornalistico Nazionale sul Reportage di Guerra – Antonio Russo

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SABATO 29 OTTOBRE 2022
Palazzo Sirena – Francavilla al Mare

 

info@premioantoniorusso.it

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